la chiesa

“Che dobbiamo fare adesso? Gli uomini hanno paura!”
“Benedire il luogo… e costruire sopra una chiesa… che sia di eterno peso e sigillo al demonio.”

Dopo il grande successo del dittico dei “Dèmoni” (“Dèmoni” e “Dèmoni 2 – L’incubo ritorna”), diretto da Lamberto bava e prodotto da Dario Argento, si pensò ad un terzo capitolo ma i nuovi impegni televisivi di Bava jr. (era alle prese con il favoloso “Fantaghirò”) portarono la produzione a dare fiducia a Michele Soavi, già in passato aiuto regista di Argento e Fulci, chiamato a dirigere questo terzo episodio. L’operazione nasce anche stavolta sotto il marchio “Dario Argento presenta”, con il nome del regista romano (ormai una sorta di “marchio di qualità” nel campo dell’horror) stampato sui manifesti con i caratteri più grandi di quello del buon Soavi e quasi più grandi del titolo stesso.
Alla sceneggiatura partecipano Soavi, Argento e Franco Ferrini ma c’è anche lo zampino di Dardano Sacchetti non accreditato. Il film, pur essendo un terzo capitolo, si pone inizialmente come un prequel e colloca l’avvento dei dèmoni nel Medioevo, con un prologo di incredibile bellezza e dal ritmo incalzante nel quale Soavi dimostra tutta la sua abilità registica.
Nel cast troviamo Tomas Arana, Barbara Cupisti, la piccola Asia Argento, Hugh Quarshie, Antonella Vitale, Giovanni Lombardo Radice e l’anziano Feodor Chaliapin jr., il Varelli di “Inferno” in un ruolo piuttosto simile a quello già interpretato nel capolavoro “Il nome della rosa”. La regia di Soavi è potente e incisiva: alcuni magnifici virtuosismi della macchina da presa (la panoramica alla fine del prologo con la risalita dai sotterranei che conduce lo spettatore dal passato al presente), un ottimo impatto visivo, un’ambientazione particolare e affascinante sono i punti di forza di questa pellicola che, anche se si lascia andare a qualche citazione (la scena dell’accoppiamento con tutti gli adepti che osservano è presa pari pari da “Rosemary’s baby”), segue vie del tutto originali. Gli effetti speciali di Sergio Stivaletti, poi, sono davvero ottimi: dopo l’esperienza dei due “Dèmoni” precedenti il nostro è ormai un fedelissimo di Argento e ripaga ampiamente la fiducia. Citiamo l’ammucchiata di corpi in decomposizione che riemerge dalle tenebre, la motociclista fedifraga che abbraccia nuda il demone che la accoglie tra due enormi ali da pipistrello (citazione di un’opera del noto pittore peruviano Boris Vallejo) e il momento splatter del ventre del sacrestano trapanato da un martello pneumatico.
Le musiche sono firmate da Keith Emerson (che ritorna a lavorare con Argento dopo gli spettacolari fasti di “Inferno”) e dai soliti Goblin, ormai facenti capo all’unico sopravvissuto della band, ovvero il bassista Fabio Pignatelli. Emerson firma la main title “The Church” e Pignatelli fornisce tre brani notevoli: “La chiesa”, “Lotte” e “Possessione”. Fondamentale è anche l’apporto di Philip Glass: il suo brano “Floe”, minimalista e ipnotico, accompagna alcune sequenze importanti per poi deflagrare sui titoli di coda. Tutto magnifico.
Il film è snobbato dai più che lo ritengono un film confusionario e con una sceneggiatura stiracchiata, vedendoci un chiaro segnale di appannamento della fantasia creativa di Argento già manifestatasi, sempre a detta di codesti saccenti recensori da operetta, in “Opera” (appunto). Noi invece riteniamo si tratti di un ottimo horror che consolida il talento registico di un Michele Soavi ormai lanciato verso una fulgida carriera. E ce lo godiamo.

lachiesa1

lachiesa2

Prologo. Europa centrale. Nel Medioevo alcuni abitanti di un villaggio vengono accusati di stregoneria e definiti “calpestanti” perché portano sotto la pianta del piede stigmate raffiguranti una croce, cosa che appunto consente loro di calpestarla perennemente. Si dice anche in giro che questi stregoni siano demoni portatori di morte e di un misterioso contagio simile alla peste. L’ordine religioso si serve dei cavalieri teutonici per farli uccidere tutti. Compiuta la strage e gettati i corpi in una fossa comune, viene dato ordine di costruirvi sopra una chiesa con la minaccia di scomunica per chiunque osi farvi seppellire qualcun altro: l’unica tomba che potrà ospitare sarà quella dell’architetto costruttore.
1989. L’enorme cattedrale gotica sorge ancora oggi e vi giunge come bibliotecario Ewald (Tomas Arana), assunto con il compito di catalogare un gran numero di libri. Il canonico (Feodor Chaliapin jr.) è molto rigido, così come il sacrestano Herman (Roberto Corbiletto) che tenta di tenere in riga la quattordicenne figlia Lotte (Asia Argento), alquanto ribelle. La ragazzina ha scoperto un passaggio segreto grazie al quale riesce ad uscire e rientrare dalla chiesa senza passare dal portone principale (che è l’unica porta di accesso alla costruzione): ciò le consente di uscire di nascosto la sera, in barba al severissimo padre. All’interno della chiesa sono in corso dei lavori di restauro ed Ewald fa amicizia con Lisa (Barbara Cupisti), una giovane restauratrice che durante alcuni scavi ha portato alla luce una antica pergamena. Ewald è affascinato dalle leggende che si tramandano sulle antiche cattedrali gotiche e a tal proposito tira fuori un libro scritto dall’alchimista francese Fulcanelli; secondo costui le cattedrali gotiche nasconderebbero un disegno cosmico che gli uomini ignorano e, decifrando la scritta in latino sulla pergamena, Ewald si lancia alla ricerca di una pietra con sette occhi.
Scendendo nei sotterranei della cattedrale trova una pesante croce posta sul pavimento che venne usata illo tempore per sigillare la fossa comune con i corpi dei “calpestanti”. Spinto dalla curiosità, rimuove la grossa pietra raffigurante un caprone con sette occhi, che fungeva da “coperchio”, e, così facendo, libera le forze del male. Ormai posseduto dai demoni che ha risvegliato, Ewald inizia a diffondere il contagio: il primo a subirlo è il sacrestano Herman che, nel tentativo di cogliere sul fatto la figlia che esce di nascosto la sera, viene sorpreso nei sotterranei da quest’ultimo…
Il giorno dopo la chiesa si riempie di gente: una coppia di vecchietti, una scolaresca in gita, una coppietta di motociclisti e una troupe incaricata di un servizio fotografico di moda. Il sacrestano, durante la confessione, rivela a Padre Cos (Hugh Quarshie) che il maligno è dentro di lui ma poi fugge via nei sotterranei e si suicida perforandosi la pancia con un martello pneumatico lasciato dagli operai addetti ai restauri accanto alla “famosa” croce. Le vibrazioni dell’attrezzo sulla croce attivano un “meccanismo di difesa” della cattedrale: un’ampolla si rompe e il liquido contenuto al suo interno scende lungo una cavità, mettendo in moto una serie di contrappesi che smuovono un antico e complesso ingranaggio che porta alla lenta chiusura del portone principale. A chiusura avvenuta, la lapide del costruttore si gira al contrario e rivela una iscrizione ammonitrice in latino: ora, con la chiusura del portone, la chiesa è stata sigillata in modo tale che il contagio demoniaco rimanga circoscritto al suo interno. Il costruttore della stessa aveva dunque previsto l’eventualità che le forze del male avrebbero potuto liberarsi; egli, però, aveva anche escogitato un ulteriore meccanismo di autodistruzione della cattedrale, come soluzione estrema. Toccando un punto segreto si può far crollare l’intero edificio, seppellendo così nuovamente il male sotto le macerie. Il sacrificio di pochi, dunque, per la salvezza di tutti gli altri. Ma ciò all’epoca non piacque ed egli stesso fu accusato di stregoneria e di essere un alchimista finendo torturato, ucciso ed infine sepolto nella sua stessa costruzione. E ora, come recita l’iscrizione, il segreto rimarrà per sempre custodito nella sua bocca…
Il misterioso contagio serpeggia sempre di più tra i presenti in chiesa, che iniziano ad uccidersi tra loro nei modi più bizzarri. Padre Cos si rende conto del pericolo e vorrebbe l’aiuto del canonico, l’unico in grado di decifrare l’epigrafe in latino; il vecchio, però, si rifiuta di aiutarlo e vuole che il contagio si diffonda anche all’esterno in modo tale da punire l’umanità corrotta.

lachiesa3

lachiesa4

lachiesatitoli

Cast principale:

Tomas Arana

Barbara Cupisti

Asia Argento

Hugh Quarshie

Feodor Chaliapin jr.

Antonella Vitale

Giovanni Lombardo Radice

Regia: Michele Soavi

Edizioni in vhs: Vivivideo

Edizioni in dvd: Cecchi Gori

Formato video 1,85:1 anamorfico

Edizioni in blu-ray: Shameless (UK)

Formato video 1,66:1 anamorfico

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

In voga