Interessante operazione realizzata da Antonio Margheriti su suggerimento del produttore Giovanni Addessi, “Nella stretta morsa del ragno” non è altri che un vero e proprio rifacimento tout-court di “Danza macabra”, splendido horror gotico uscito nelle sale 7 anni prima. Caso curioso e per molti anni unico: Antonio Margheriti infatti è stato il primo a “rifare se stesso” dirigendo in prima persona un remake di un suo film. L’idea di partenza era semplice: rifacciamo “Danza macabra” a colori. Pertanto la novità più importante è proprio l’utilizzo del colore in luogo dello sfavillante bianco e nero dell’originale e l’introduzione di un breve prologo ispirato al racconto di Poe “Berenice”; per il resto le differenze tra i due film sono praticamente minimali. Naturalmente l’assenza di una Scream Queen come Barbara Steele pesa alquanto ma la bella Michele Mercier se la cava abbastanza bene e soprattutto Anthony Franciosa appare molto più convincente di Georges Riviere. Inoltre, in un piccolo ma incisivo ruolo, abbiamo Sua Maestà Klaus Kinski nei panni nientepopodimeno che Edgar Allan Poe (e con tutto il rispetto per il buon Silvano Tranquilli che l’aveva interpretato nel prototipo originale siamo proprio su un altro pianeta)! La presenza di Kinski nel film si limita ad una decina di minuti ma lascia il segno sin dall’inizio…
Il giornalista americano Alan Foster (Anthony Franciosa) si trova a Londra per intervistare il famoso e visionario scrittore Edgar Allan Poe (Klaus Kinski). L’incontro avviene in un’ osteria dove Poe sta descrivendo con estrema dovizia di particolari alla platea di sgomenti avventori il suo racconto “Berenice” con tale enfasi e trasporto da farlo sembrare un fatto reale. Ma Foster, che conosce il racconto, non cade nella trappola e con atteggiamento sardonico e quasi provocatore confessa candidamente di non credere affatto al soprannaturale e alla vita dopo la morte attirando così la curiosità di Lord Blackwood (Enrico Osterman) che gli propone una scommessa: trascorrere l’intera notte nel suo castello disabitato da anni e, a detta di tutti, popolato da fantasmi e oscure presenze. Per dare ancora più peso alla sfida Blackwood aggiunge che tutti coloro che fino a quel momento hanno tentato l’impresa non hanno mai più fatto ritorno. Foster accetta la scommessa e viene accompagnato sul posto da Blackwood e Poe con l’impegno di rivedersi fuori dal castello all’alba del giorno dopo. Inizialmente il tetro maniero si mostra davvero deserto ma ben presto Foster comincia a rendersi conto di non essere solo e sarà davvero l’inizio di un incubo che lo accompagnerà per tutta la notte… Dopo essere stato accolto come un autentico ospite d’onore dalle bellissime Elisabeth (Michele Mercier) e Julia (Karen Field) e dopo aver fatto conoscenza anche con il misterioso professor Carmus (Peter Carsten) scoprirà a sue spese che si tratta di anime dannate che hanno ripreso le loro spoglie mortali per rivivere il loro tragico passato e per nutrirsi del suo sangue…
Come in ogni horror che si rispetti la musica gioca un ruolo decisivo e il grande Riz Ortolani non delude componendo uno score teso, angosciante e macabro al punto giusto. Chissà se prima o poi qualcuno si deciderà a far uscire in dvd questo piccolo gioiello dell’horror gotico italiano, finora incredibilmente visibile solo in vhs o in qualche sporadico passaggio televisivo.
Cast principale:
Anthony Franciosa
Klaus Kinski
Michele Mercier
Karin Field
Peter Carsten
Enrico Osterman
Regia: Anthony M. Dawson (Antonio Margheriti)
Edizioni in vhs: Mondadori
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