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Fondamentale capostipite di una fortunatissima serie di pellicole (ben 11) incentrate sulla figura del maresciallo (poi ispettore) di Polizia Nico Giraldi, magistralmente interpretato da Tomas Milian e da non confondere assolutamente con l’altro personaggio coevo, simile nel look e nelle espressioni sboccate, portato alla ribalta dall’attore cubano, ovvero Er Monnezza. Come era accaduto con lo spaghetti-western che, dopo anni di fulgore, stava vivendo una sorta di seconda giovinezza e canto del cigno allo stesso tempo con parodie alla Trinità, Alleluja, Camposanto e Tresette anche il poliziesco all’italiana tenta nuove vie e contaminazioni e si apre alla commedia: la scelta del regista (Bruno Corbucci in luogo dei collaudatissimi Lenzi, Massi o Castellari che erano maestri del genere) è in questo senso emblematica. Il personaggio interpretato da Milian si rifà nelle intenzioni iniziali al Serpico di Lumet ma si nota subito che, a differenza del capostipite interpretato da Al Pacino (le cui locandine campeggiano fiere sulle pareti dell’appartamento del nostro eroe), siamo di fronte a una figura vincente: con la sua furbizia, i suoi modi spicci, il suo look alternativo (a metà tra un hippie e un clochard) e il suo linguaggio scurrile (e in ciò il doppiaggio romanesco di Ferruccio Amendola si rivela decisivo) riesce puntualmente a sgominare le bande dei malfattori e ha anche successo con le donne.

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In questo primo episodio Nico Giraldi è ancora un personaggio in una fase embrionale (sta contemporaneamente nascendo anche il germe del Monnezza) ma il successo della pellicola spingerà il produttore Galliano Juso a convincere Milian a girarne altri sequel e quindi il personaggio avrà una evoluzione decisiva nel corso dei film che seguiranno. La squadra resterà comunque grosso modo sempre la stessa: il commissario Tozzi (Roberto Messina), il brigadiere Gargiulo (qui interpretato da Raf Luca e nelle successive pellicole da un più convincente Massimo Vanni), il maresciallo Trentini (Marcello Martana), l’agente Ballarin (John Dulaney, doppiato in veneto). Le scene d’azione, come in ogni poliziesco (seppur parodistico) che si rispetti, non mancano di certo e il buon Tomas si produce anche in notevoli acrobazie a bordo di una moto… L’incipit del film è formidabile. Siamo a Roma e ci vengono mostrati una serie di scippi spettacolari: il migliore è senza dubbio quello compiuto da un pastore tedesco (!) che addenta con incredibile destrezza il borsello tra le mani di un povero signore appena uscito dalla banca e poi si dà alla fuga infilandosi nell’auto del padrone-ladro che lo aspetta con il motore acceso. Anche quello ai danni di una comitiva di turisti giapponesi non è male: un uomo abbastanza paffutello si cala le braghe come se dovesse compiere un bisogno fisiologico e mentre se ne sta lì con le chiappe al vento tra l’ilarità e lo sbigottimento dei giapponesi che gli scattano fotografie a ripetizione sopraggiunge il furgone dei suoi compari che, indisturbati, caricano a bordo tutti i babagli dei poveretti che intanto, distratti dal bizzarro spettacolino, non si accorgono di niente… In questo clima di tensione crescente dovuto al dilagante aumento della microcriminalità opera il valoroso Maresciallo Nico Giraldi che è a capo della squadra antiscippo. Giraldi è sempre all’inseguimento di balordi, ladruncoli e scippatori ma l’unico che finora è riuscito sempre a scappargli sotto il naso è un certo Achille Bertinari detto il Baronetto (Guido Mannari), noto furfantello che però è sempre riuscito a non farsi beccare essendosi costruito un alibi di ferro (si finge ricoverato in ospedale con la complicità di un cugino paramedico); infatti, dopo un appostamento ed uno spettacolare inseguimento notturno i complici del baronetto (er Cinese e er Zagaglia) vengono acciuffati ma lui fa ancora in tempo a raggiungere l’ospedale per rinnovare il suo alibi. In questa occasione Giraldi fa anche conoscenza con una bella agente letteraria (Maria Rosaria Omaggio) che era stata fatta oggetto delle attenzioni della cricca del Baronetto: i due avranno una love story… Nico non si dà pace: vorrebbe arrestare il Baronetto ma è anche consapevole che arrestare i balordi e gli scippatori è solo un primo passo; egli infatti è acerrimo nemico dei ricettatori, senza i quali i ladri non potrebbero rivendere la merce rubata, ed è proprio a loro che vorrebbe arrivare più di ogni altra cosa. Il caso vuole che il Baronetto, con la complicità di altri due “colleghi” (Gipo e Otello), si trovi a scippare una valigetta contenente ben 5 milioni di dollari ad un console americano, Norman Shelly (un cattivissimo Jack Palance). Inutile dire che una cifra così alta contenuta in una valigetta è frutto di affari sporchi; infatti Shelly è un riciclatore internazionale di danaro sporco che approfitta della sua immunità diplomatica e i 5 milioni di dollari non sono altro che il pagamento del riscatto di un sequestro. Una volta scoperto il contenuto della valigetta gli amici del Baronetto, intuendo di trovarsi di fronte ad una cosa troppo grossa per loro, vorrebbero consegnare il denaro alla polizia ma la cieca ambizione del Baronetto, che da sempre sogna il colpo grosso, è più forte di loro e decidono di nascondere il bottino. A questo punto entrano in scena dei killer spietati capeggiati da Shelly che, cercando di recuperare il bottino, uccidono i due complici del Baronetto il quale, rendendosi conto che il cerchio si sta stringendo intorno a lui, cerca di piazzare i soldi sporchi presso un suo ricettatore di fiducia. Ma nel frattempo il buon Giraldi non dorme di certo e per entrare nelle grazie di un noto intermediario con i ricettatori, un gay dal programmatico soprannome di er Chiappetta, si finge un magnaccia alla ricerca di un ricettatore cui smerciare una partita di gioielli rubati. Er Chiappetta finirà per indirizzarlo proprio dallo stesso ricettatore scelto dal Baronetto per piazzare i soldi e sarà proprio lì che finalmente Giraldi riuscirà a “pizzicarlo”. E non è tutto: proprio con il suo aiuto riuscirà ad attirare Shelly in una trappola e a smascherarlo.

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Le musiche degli inossidabili F.lli De Angelis completano egregiamente il quadro di un film assolutamente irrinunciabile per chiunque voglia accostarsi alla “Galassia Milian”: è in grado di soddisfare sia il pubblico in cerca di una risata scacciapensieri sia quello che predilige un po’ di sana azione poliziesca da uomini duri; d’altronde lo stereotipo del protagonista era quello. E il grande Tomas lo ha reso unico e colorito. Finalino dedicato alla migliore battuta del film: parafrasando l’unanimemente riconosciuto capostipite del poliziesco all’italiana cui la pellicola di Corbucci vuole fare il verso, a Maria Rosaria Omaggio che lo invita a cena Milian risponde sorridente:
“La polizia ringrazia.”

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Cast principale:

Tomas Milian

Jack Palance

Maria Rosaria Omaggio

Guido Mannari

Toni Ucci

Regia: Bruno Corbucci

Edizioni in vhs: Shendene

Edizioni in dvd: CVC e Rarovideo

Formato video 1,66:1 anamorfico

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