il terzo occhio

Ottimo thriller italiano dalle atmosfere gotiche, “Il terzo occhio” vede protagonista un allucinato Franco Nero che, seppur ancora acerbo, impersona ottimamente un serial killer che non si dimentica facilmente. Mino Guerrini firma la regia e si affida ad un’ottima fotografia in bianco e nero che conferisce alla pellicola un tasso di decadente malinconia che calza a pennello con la morbosità della storia che va a raccontare. I temi affrontati sono abbastanza forti: è un autentico tourbillon nel quale si fondono insieme complesso edipico, necrofilia, schizofrenia… Niente male davvero. Il cast vede la partecipazione di Erika Blanc, Gioia Pascal, Olga Solbelli e di una giovane Marina Morgan (futura annunciatrice nonché una delle più amate “signorine buonasera” della tv). Come già accaduto per molti horror coevi anche stavolta i nomi del cast tecnico vengono mutati in fantasiosi pseudonimi stranieri: Frank Nero, Diana Sullivan (la Blanc), Olga Sunbeauty (la Solbelli). Mantengono il loro vero nome solo Gioia Pascal e Marina Morgan perché “suonano” già stranieri per conto proprio (oddio, in verità Marina Morgan era già uno pseudonimo visto che il suo vero cognome è Meucci). Il regista Guerrini si firma come James Warren ed è anche sceneggiatore mentre Ermanno Donati sfoggia ben due nickname: come produttore si firma Louis Mann e come soggettista Phil Young, mentre l’altro co-sceneggiatore è il prolifico Piero Regnoli, celato dietro lo pseudonimo Dean Craig. Anche l’autore delle musiche Francesco De Masi (accreditato come Frank Mason) non sfugge a questo triste espediente e nella composizione della colonna sonora ricicla il tema principale (“Melanconia autunnale”) da “Lo spettro” di Riccardo Freda.
La pellicola si caratterizza per alcune tematiche violente che risultarono piuttosto audaci per l’epoca e andò incontro a molte noie con la censura, pur non mostrando dettagli molto forti. 13 anni dopo (nel 1979) il regista Joe D’Amato, avendo colto potenzialità inespresse in questo lavoro e potendo osare molto di più dal punto di vista visivo, ne esasperò i toni puntando sullo splatter estremo dirigendo “Buio Omega”. Il film di D’Amato ricalca per 3/4 il plot de “Il terzo occhio”, pur non essendone un remake dichiarato, e punta moltissimo su effetti grandguignoleschi in grado di disturbare il pubblico. Ma questa è un’altra storia.

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Mino (Franco Nero) vive in una enorme villa in campagna con l’anziana contessa madre (Olga Sobelli) e la cameriera Marta (Gioia Pascal), da sempre innamorata di lui. Mino subisce fortemente l’influenza della madre in tutte le sue scelte personali, ha l’hobby dell’imbalsamazione ed è molto chiuso e introverso. L’amore per la fidanzata Laura (Erika Blanc) gli dà la forza di “disobbedire” all’adorata mamma che non la vede di buon occhio; egli ha deciso di sposarla ma la madre è convinta che il matrimonio sia voluto dalla ragazza solo per interessi economici e induce la cameriera Marta a “provocare” un incidente. Dopo un breve soggiorno alla villa Laura deve andar via (sua sorella Daniela sta tornando dalla Svizzera, dove è stata in collegio per 6 mesi) e Marta e la contessa fanno in modo che lei e Mino non si salutino: Mino è rinchiuso nel suo laboratorio di tassidermista e alla ragazza fanno credere che sia andato in città senza dirle nulla. Laura, seccata, monta in tutta fretta sulla sua automobile ma non sa che preventivamente la diabolica Marta ne ha tagliato il tubo dell’olio dei freni… Quando Mino scopre che Laura è andata via improvvisamente si precipita a inseguirla e, dopo averla quasi raggiunta con la sua auto, assiste inerme al suo incidente mortale: i freni non funzionano, l’auto sbanda paurosamente e precipita in una scarpata, terminando nel lago sottostante dove la poveretta finisce annegata.
Intanto alla villa la situazione si fa tesa: Marta viene sorpresa nella camera da letto di Mino e la contessa, che ha finalmente capito che l’umile servetta ha delle mire sul suo amato figliolo, decide di cacciarla via. La discussione degenera e la contessa, spintonata dalla cameriera, precipita per le scale battendo la testa; quando tenta di rialzarsi Marta la finisce, sbattendole ripetutamente il capo sul pavimento. A tutti racconterà che si è trattato di una caduta accidentale…
Dopo la perdita contemporanea dell’amata madre e della fidanzata l’equilibrio psichico di Mino, già non propriamente granitico, subisce una spallata decisiva e frana del tutto: l’uomo si rinchiude ancora di più in se stesso e una sera, dopo essersi recato in un night club, si porta a casa la cantante spogliarellista (Marina Morgan). Quando i due si ritrovano a letto la ragazza scopre che, in un lettino accanto, giacciono le spoglie di Laura: Mino ne ha imbalsamato il corpo per tenerla sempre con sé. La ragazza urla in preda al terrore e allora Mino la uccide, strangolandola. A questo punto interviene la solita amorevole e fedele Marta che si offre di aiutarlo, facendo sparire il corpo che verrà sepolto in giardino dopo essere stato distrutto con l’acido.
Dopo qualche tempo Mino ci ricasca: si porta in casa una prostituta (Gara Granda) e il copione si ripete. La scoperta del cadavere disteso sul letto provoca la reazione terrorizzata della ragazza e la furia omicida di Mino. Anche stavolta Marta lo aiuta e copre il suo delitto però in cambio pretende di farsi sposare.
A distanza di un anno dalla morte di Laura giunge improvvisamente alla villa sua sorella Daniela (interpretata sempre da Erika Blanc), che ha terminato i suoi studi in collegio. La ragazza le somiglia come una goccia d’acqua ed è giunta perché vorrebbe a tutti i costi tentare di recuperare il corpo della sorella che non è mai stato trovato. Quando Mino la vede la scambia per Laura e la sua follia esplode totalmente…

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Cast principale:

Franco Nero

Gioia Pascal

Erika Blanc

Olga Solbelli

Regia: James Warren (Mino Guerrini)

Edizioni in blu-ray: Arrow (UK)

Formato video 1,85:1 anamorfico

4 risposte a “Il terzo occhio (1966)”

  1. Mmmmh sembra gustosissimo, tra l’altro dopo avere letto la tua al solito superba recensione leggo sulla wiki “il film presenta episodi di necrofilia primi piani di scene orribili con sangue e violenza brutale, presentate con vero sadismo e un’insistenza prolungata che trasmette senso di compiacimento da parte dei produttori”, ahaha un ulteriore push alla visione :-)mi metto subito in sella ;-)GRAZIE!!!!!!!

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    1. Non farti fuorviare, per l’epoca erano temi scottanti ma non c’è niente di brutale o di orribile. Come ho scritto è Joe D’Amato che con “Buio Omega” lo ha estremizzato (e lì sì che se ne vedono di tutti i colori).

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      1. sisi lo so e conosco molto bene tutti i film di Joe 🙂

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