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Con il quarto lungometraggio incentrato sulla figura del maresciallo di polizia Nico Giraldi (sempre magistralmente interpretato dall’immenso Tomas Milian) si cominciano a fare le cose sempre più in grande. Stavolta, dopo aver fronteggiato scippi, furti e truffe varie (che continuano comunque a susseguirsi senza soluzione di continuità nella Capitale), all’intrepido poliziotto tocca addirittura il compito di contrastare la mafia ad alti livelli sul territorio americano: infatti il nostro eroe verrà inviato in missione speciale negli USA per agganciare un padrino newyorchese ritenuto colpevole dell’uccisione in Italia di un pericoloso testimone in un processo di mafia. Bombolo ha ancora un ruolo piuttosto marginale (il personaggio del ladruncolo Venticello si vede soltanto nella prima parte del film) e quindi, a fare da spalla a Milian, troviamo un sensazionale Enzo Cannavale nei panni di Salvatore, un napoletano emigrato negli States in cerca di fortuna che fa il cameriere in un ristorante dove pranzano i boss di Cosa Nostra: il suo ruolo risulterà decisivo nello sviluppo della storia. Inoltre assistiamo anche al primo fatale incontro tra Nico e Mariasole (una grandiosa Margherita Fumero), la figlia del boss brutta e complessata che si innamora perdutamente del nostro Giraldi e tenta di sedurlo in ogni modo senza (ovviamente) mai riuscirvi, dando vita ad una serie di gag assolutamente memorabili. Insomma ne succederanno davvero di tutti colori e il nostro Nico finirà addirittura nella camera a gas dopo un’accusa di omicidio (ma come se la caverà non ve lo dico). Per l’angolino delle curiosità segnalo ai nostalgici del calcio anni ’70 alcune immagini di Giorgione Chinaglia in azione con la maglia dei New York Cosmos (Nico e Salvatore si recano allo stadio ma non riescono ad entrare perchè i biglietti in loro possesso sono falsi). Naturalmente le parolacce e le battute volgari si sprecano ma questo continua ad essere uno dei punti di forza del personaggio di Tomas…

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Roma: il maresciallo di polizia Nico Giraldi (Tomas Milian) continua la sua lotta alla criminalità ed infatti lo ammiriamo mentre arresta, dopo uno spettacolare inseguimento a piedi, Masino (Enzo Pulcrano), un taglieggiatore incaricato della riscossione del pizzo presso alcuni negozianti. Durante una rivolta nel carcere di Viterbo viene ucciso Giacomo La Rosa, un mafioso italo-americano che avrebbe dovuto testimoniare in un maxi-processo contro il padrino Girolamo Giarra (Eli Wallach) che si trova a New York; il sicario, travestito da poliziotto, è stato naturalmente inviato in Italia da Giarra stesso. Per scagionare la polizia italiana il commissario Tozzi (Roberto Messina) decide di inviare negli Stati Uniti Nico Giraldi in missione speciale: il suo compito è quello di entrare nelle grazie del boss e scoprire quindi la verità ma, per far questo, Nico deve fingere di essere un poliziotto espulso e, visto il suo passato da malandrino, ritornare ad essere Nico il Pirata. Detto fatto: dapprima Giraldi impone a Venticello (Bombolo) e alla sua banda di topi d’appartamento una tangente del 50% sul ricavato di ogni furto e/o rapina in cambio della sua copertura e poi rapina maldestramente una sala corse, finendo arrestato. Naturalmente evade dal carcere con la compiacenza di Tozzi che ha predisposto tutto e poi si rifugia a New York dove stringe amicizia con Salvatore (Enzo Cannavale), un emigrante napoletano che fa il cameriere proprio nel ristorante preferito dal boss Giarra. Nico si fa assumere anch’egli come cameriere e non perde tempo per mettersi in mostra agli occhi del padrino: durante una messa di suffragio in onore della mamma di Giarra riesce a sventare un attentato mortale proprio ai danni del boss (il killer si era travestito da prete ma Nico si era accorto che indossava i paramenti liturgici al contrario). Per dimostrargli la sua riconoscenza il padrino lo assume alle sue dipendenze ma c’è anche qualcun’altro che ha messo gli occhi su di lui e magari vorrebbe metterci anche qualcos’altro: è la bruttissima figlia di Giarra (Margherita Fumero) che si è follemente innamorata dell’ “arcangelo vendicatore” che ha salvato la vita al suo papà…

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La bella colonna sonora è opera dei Goblin, qui nella formazione originale Marangolo-Pignatelli-Simonetti-Morante: il giovane complesso non si cimenta per la prima volta in un genere che non sia l’horror o il thriller di Dario Argento (ricordiamo il poliziesco “La via della droga” dell’anno precedente) e dimostra di cavarsela egregiamente. Per bissare in qualche modo il buon successo di “E nun ce vojo sta” di Alberto Griso (che era stata la main title dei precedenti “Squadra antifurto” e “Squadra antitruffa”) viene anche composta una nuova song per i titoli di testa e coda (con musica dei Goblin e testo di Amendola e Corbucci), affidata stavolta alla voce roca e graffiante di Aldo Donati: “E lassame perde”. Purtroppo questa soundtrack non è mai stata stampata in vinile o cd e questa è senza ombra di dubbio una pecca grave; non si sa se le incisioni originali dell’epoca siano andate perdute ma sta di fatto che gli irriducibili appassionati dei Goblin di tutto il mondo (tra i quali si colloca anche il sottoscritto) sperano, ancora oggi, in una buona notizia…

E lassame perde,
ammolla che è mejo!
Me devi da crede,
so’ stufo de te!
De me propio scordate
e nun ce riprovà…
Te devi convince che
nun c’è niente da fà…
E lassame perde,
ma dacce un ber tajo!
Nun vojo guastamme
la vita pe’ te…
De me propio scordate
e nun ce riprovà…
Te devi convince che
nun c’è niente da fà…

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Cast principale:

Tomas Milian

Eli Wallach

Enzo Cannavale

Margherita Fumero

Bombolo

Regia: Bruno Corbucci

Edizioni in dvd: Medusa

Formato video 1,66:1 anamorfico

3 risposte a “Squadra antimafia (1978)”

  1. Thomas Milian è immenso quando interpreta er Monnezza ?
    Pensavo che anche tu, my dear JohnTrent, avessi una certa (e qui mi ripeto, ma non riesco a trovare un’espressione migliore) ADORAZIONE per un film veramente IMMENSO quale è LA VITTIMA DESIGNATA. La sola ragione per cui non sono ancora intervenuto direttamente nel tuo post riguardante questa pellicola è che non ne ho ancora completato la visione. Sì, perchè io sono un settantiano talmente malato che sto centellinando la visione di quei film di quarant’anni fa che non ho ancora visto. È come se riuscissi a tornare indietro nel tempo e il modo per farlo più intensamente è con la visione di pellicole non ancora visionate. A volte arrivo a tre quarti del film, poi passa del tempo (sai, guardare film non è il lavoro che mi dà da vivere) e quando lo riprendo parto di nuovo da capo, perchè finchè non sai come finisce è come se fosse… la prima volta. E così noti cose che non avevi notato, insomma, te lo godi al cento per cento. Ne riparleremo.

    P.S. : Sì, forse sono da manicomio, ma (anche se confesso che ci ho pensato) non ho aperto ancora un blog al riguardo…

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  2. Tomas Milian è immenso a prescindere e adoro “La vittima designata”.
    Anch’io, come te, guardo e riguardo le pellicole di oltre 30 anni fa per tornare indietro nel tempo e rimpiango di essere stato solo un bambino negli anni ’70: avrei voluto nascere prima per potermeli godere… Oggi, fortunatamente, mi restano almeno la musica e i film di quel periodo…
    Ho creato questo blog quasi 2 anni fa (ormai)… Purtroppo per guardare film e scrivere di cinema non mi paga nessuno: è solo bieca e pura passione che cerco di coltivare nel mio (poco) tempo libero…
    Insomma, parafrasando un vecchio film con Montesano e Celentano: qua la mano…. 🙂

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    1. Te l’avevo detto che abbiamo lo stesso vizio… 🙂

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