papaya dei caraibi

Il poliedrico Joe D’Amato (al secolo Aristide Massaccesi) è universalmente conosciuto come uno specialista del genere erotico, genere che ha effettivamente attraversato in lungo e in largo nell’ arco della sua sterminata filmografia. Nel 1978, dopo il buon riscontro di un film avventuroso girato a Santo Domingo (“Duri a morire”), ci ritorna e vi gira una sorta di thriller erotico senza pretese e a basso costo con attori locali, riducendo al minimo il cast dei cosiddetti attori professionisti. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il film in questione, “Papaya dei Caraibi”, sarebbe diventato un grande successo e che avrebbe fatto da apripista per un periodo storico molto importante nella carriera di Massaccesi, il cosiddetto periodo erotico-caraibico che lo vedrà girare nell’ arco di 2 anni (tra il 1979 e il 1980) ben 6 pellicole praticamente back to back e quasi tutte con lo stesso cast. Si tratta di pellicole esotico-erotiche con contaminazioni thriller, horror (con lo splatter che va via via sempre aumentando) e hard-core, genere che il buon Massaccesi aveva già toccato con gli inserti hard di “Emanuelle in America” ed “Emanuelle perchè violenza alle donne?” e che poi sdoganerà definitivamente: il boom del porno in Italia dei primi anni ’80 vedrà proprio in Massaccesi una sorta di pioniere con il suo “Sesso nero” (primo film del periodo caraibico, appunto, dopo “Papaya dei Caraibi”)… Restando sull’ argomento principale, dicevamo del cast minimale: abbiamo l’ attore francese Maurice Poli, una ottima Sirpa Lane (bellezza finlandese reduce dal successo internazionale de “La bestia” di Walerian Borowczyk e futura starlette in pianta stabile del nostro cinema) e una clamorosa e bellissima Melissa Chimenti, protagonista principale che interpreta la Papaya del titolo. Per metà italiana e per metà eritrea, la Chimenti è una delle bellezze più clamorose e conturbanti nel panorama delle starlette che hanno attraversato la stagione d’ oro del cinema di genere italiano. Clamorosa perchè? A mio avviso per il coraggio nell’ esporsi nuda full frontal con estrema disinvoltura e per essersi, soprattutto, prestata ad una delle scene più sconvolgenti del nostro cinema, ovvero l’ evirazione a morsi di un povero sventurato durante una fellatio (non esplicita), con copiosa fuoriuscita di sangue e successivo sputo a terra del membro appena strappato (in futuro Massaccesi ritornerà in argomento proponendo una scena simile nel suo porno-horror “Le notti erotiche dei morti viventi”)… La scena è ancor più clamorosa se si pensa che la Chimenti era, in quel periodo, una  cantante piuttosto famosa che componeva il duo Gepy & Gepy accanto al corpulento Giampiero Scalamogna e riscuoteva un discreto successo. Certo, compariva già in topless nelle copertine dei dischi insieme alla bionda Marcella Petrelli ma vederla “in action” è ben altra cosa! Chissà, forse proprio la presenza di questa scena ha fatto sì che all’ estero il film uscisse con il titolo di “Love goddess of the cannibals”, perpetuando così il successo di “Emanuelle e gli ultimi cannibali” dell’ anno prima, anche se nella pellicola il cannibalismo è un tema che non viene affatto trattato. Anzi, il tema principale è quello ambientalista ed ecologico, con un secco “no” al nucleare e ai suoi effetti devastanti. Inutile dire che tra la Chimenti e la finnica Sirpa Lane le scene di nudo (ai confini dell’ hard) si sprecano: d’ altronde ai Caraibi fa notoriamente caldo, per la gioia del pubblico maschile… Rimasto pressochè invisibile per anni e anni, è stato rispolverato in vhs sul finire degli anni ’90 ed è disponibile un dvd import inglese con audio italiano. Ad accompagnare a dovere le immagini del film e a creare un’ atmosfera perfetta provvede il grandissimo Stelvio Cipriani che compone una colonna sonora dalle sonorità funky alternate a ritmi caraibici e sensuali e bossa nova (cavallo di battaglia del Maestro). Sublime.

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Santo Domingo. In una capanna in riva la mare una bellissima donna creola, Papaya (Melissa Chimenti), sta consumando un rapporto sessuale con un uomo e, giunta quasi al termine, lo evira a morsi. Dopo averlo abbandonato agonizzante, la capanna viene data alle fiamme, con il poveretto all’ interno, da due uomini misteriosi. Una giovane fotoreporter, Sara (Sirpa Lane), sta trascorrendo le vacanze proprio a Santo Domingo ed incontra casualmente il suo amico Vincent (Maurice Poli), un geologo che sta supervisionando i lavori della costruzione di una centrale nucleare. I due finiscono a letto nella camera d’ albergo di Vincent ma Sara, mentre sta andando in bagno, scopre il cadavere carbonizzato dell’ uomo evirato. Si scoprirà che si trattava di un ingegnere che lavorava anch’ egli alla centrale nucleare e la presenza del suo corpo nella camera di Vincent è, probabilmente, un avvertimento. Un commissario di polizia, incaricato delle indagini, rivela a Vincent e Sara che anche un altro ingegnere della centrale era stato ritrovato morto poco tempo fa in seguito ad un incidente d’ auto. Intanto Sara conosce Papaya in albergo, dove lavora come cameriera. Quando si trova in macchina con Vincent la incontra mentre fa l’ autostop in una strada sperduta e assolata; i due la caricano in macchina e Vincent si fa affascinare dalla donna, con cui finisce inevitabilmente a letto. Solo troppo tardi scoprirà che Papaya fa parte di un gruppo di irriducibili autoctoni che, per far posto alla nascente centrale termonucleare, era stato allontanato dal villaggio e dalle proprie case. Ora il compito di Papaya è quello di raccogliere informazioni che possano tornare utili per sabotare i lavori; seduce con la sua ammaliante bellezza geologi e ingegneri e poi li uccide.

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Cast principale:

Melissa Chimenti

Sirpa Lane

Maurice Poli

Regia: Joe D’Amato (Aristide Massaccesi)

Edizioni in vhs: Lamberto Forni

Edizioni in dvd: Shameless (UK)

Formato video 1,85:1 anamorfico

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